Tutelare i diritti civili, a cominciare dal diritto di usare la propria lingua madre

Roma si mobilita in sostegno del popolo tibetano

Domenica 5 dicembre 2010, alle ore 10, in Piazza Venezia a Roma si terrà una manifestazione, organizzata dall’associazione Nitobe, a sostegno della protesta degli studenti tibetani in Tibet contro la decisione delle autorità cinesi di abolire l’uso della lingua tibetana nei testi scolastici e di imporre il cinese come lingua d’insegnamento.

Nitobe, associazione per la democrazia linguistica, ha ritenuto necessaria l’organizzazione di questa manifestazione per dar maggior voce al popolo tibetano e per porre l’attenzione sui diritti linguistici violati.

Il diritto al riconoscimento ed all’uso della propria lingua madre è un diritto inviolabile dell’uomo che troppo spesso viene calpestato.

La strage di legalità è strage di popoli; riteniamo quindi necessaria l’affermazione dei diritti civili negati partendo proprio dal diritto all’uso della propria lingua per ristabilire la dignità del popolo tibetano e garantirgli un diritto inalienabile, quello di imparare nella propria lingua.

Plaudiamo l’iniziativa del Parlamento Europeo che il 25 novembre scorso si è espresso sulla questione con una risoluzione che condanna le misure restrittive dell’esercizio delle fondamentali libertà religiose, culturali e linguistiche attuate dalla Cina nei confronti di sei milioni di tibetani.

La manifestazione ha ricevuto il sostegno e l’ adesione della Comunità Tibetana in Italia Onlus, Associazione Donne Tibetane, Aref International, Italia Tibet, il Presidente dell’Intergruppo sul Tibet alla Regione Lazio Rocco Berardo, il co-presidente del Network Internazionale dei Parlamentari sul Tibet On. Matteo Mecacci, Radicali Italiani, la Federazione dei Giovani Socialisti e di numerose altre associazioni da sempre vicine alla questione tibetana

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