Una politica per contrastare l’alienazione linguistica all’università


L’anglificazione dei programmi universitari è ormai un fenomeno di massa

Dall’anno accademico 2013/2014, anche l’Università di Udine inizierà ad erogare interi programmi di laurea magistrale interamente ed esclusivamente in lingua inglese. L’anglificazione dell’università italiana arriva ormai anche in provincia ed è sempre più difficile studiare in Italia in italiano. Ciò significa che agli studenti desiderosi di studiare nella propria lingua madre non resta che una scelta: abbandonare gli studi. Essendo l’italiano è lingua ufficiale praticamente solo in Italia (il Canton Ticino svizzero resta un’eccezione), sarà sempre più difficile trovare un luogo al mondo dove una persona può formarsi in questa lingua. L’anglificazione dell’università quindi limita la libertà di scelta degli individui.

È urgente una politica linguistica coraggiosa e lungimirante che freni questa tendenza dannosa, frutto della miope politica di rettori interessati solo a scalare nell’immediato le classifiche internazionali degli atenei con l’artifizio di gonfiare il numero di studenti stranieri attratti con programmi in inglese.

L’associazione Nitobe denuncia la continua violazione dei principi di democrazia e giustizia linguistica perpetrata da molto tempo da molti rettori di università pubbliche italiane, che nel nome di una mal compresa internazionalizzazione stanno erigendo ingiustificate barriere al diritto allo studio, oggi a livello di lauree magistrali e fra poco a livello di triennali. L’università pagata con le risorse del contribuente deve rendere indietro servizi alla comunità che la finanzia, e ciò non è possibile se si insegna in una lingua come l’inglese che è estranea al contesto territoriale di riferimento.

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