Ripristinata la Giustizia linguistica in Europa

La Corte di giustizia dell’Unione europea in una sentenza di secondo grado ha accolto oggi il ricorso italiano contro la pubblicazione in sole tre lingue (inglese, francese e tedesco) dei bandi di concorso dell’Unione Europea, e ha ribadito che l’obbligo di sostenere le prove di selezione in una di queste tre lingue è una politica linguistica discriminatoria.

L’Associazione Nitobe saluta positivamente la sentenza della Corte. Essa cancella un’ingiusta discriminazione fondata sulla lingua. Non può esistere un’Unione europea democratica, giusta e tollerante se si introducono indebite discriminazioni linguistiche, se si creano cittadini di serie A e cittadini di serie B sulla base di un attributo, la lingua, che è dato e non scelto dagli individui.
Difendere le lingue significa tutelare la libertà, l’uguaglianza e la dignità delle persone che parlano tali lingue. È auspicabile che la decisione della Corte induca il Parlamento europeo a rinunciare ai tagli al sistema di traduzione di 8,6 milioni di euro all’anno annunciati recentemente. Il multilinguismo è una politica che necessità sostegno morale e risorse per essere realizzata. L’alternativa è la rassegnazione, l’alienazione e l’egemonia linguistica. La Corte di giustizia dell’Unione europea in una sentenza di secondo grado ha accolto oggi il ricorso italiano contro la pubblicazione in sole tre lingue (inglese, francese e tedesco) dei bandi di concorso dell’Unione Europea, e ha ribadito che l’obbligo di sostenere le prove di selezione in una di queste tre lingue è una politica linguistica discriminatoria.

L’Associazione Nitobe saluta positivamente la sentenza della Corte. Essa cancella un’ingiusta discriminazione fondata sulla lingua. Non può esistere un’Unione europea democratica, giusta e tollerante se si introducono indebite discriminazioni linguistiche, se si creano cittadini di serie A e cittadini di serie B sulla base di un attributo, la lingua, che è dato e non scelto dagli individui.
Difendere le lingue significa tutelare la libertà, l’uguaglianza e la dignità delle persone che parlano tali lingue. È auspicabile che la decisione della Corte induca il Parlamento europeo a rinunciare ai tagli al sistema di traduzione di 8,6 milioni di euro all’anno annunciati recentemente. Il multilinguismo è una politica che necessità sostegno morale e risorse per essere realizzata. L’alternativa è la rassegnazione, l’alienazione e l’egemonia linguistica. La Corte di giustizia dell’Unione europea in una sentenza di secondo grado ha accolto oggi il ricorso italiano contro la pubblicazione in sole tre lingue (inglese, francese e tedesco) dei bandi di concorso dell’Unione Europea, e ha ribadito che l’obbligo di sostenere le prove di selezione in una di queste tre lingue è una politica linguistica discriminatoria.

L’Associazione Nitobe saluta positivamente la sentenza della Corte. Essa cancella un’ingiusta discriminazione fondata sulla lingua. Non può esistere un’Unione europea democratica, giusta e tollerante se si introducono indebite discriminazioni linguistiche, se si creano cittadini di serie A e cittadini di serie B sulla base di un attributo, la lingua, che è dato e non scelto dagli individui.
Difendere le lingue significa tutelare la libertà, l’uguaglianza e la dignità delle persone che parlano tali lingue. È auspicabile che la decisione della Corte induca il Parlamento europeo a rinunciare ai tagli al sistema di traduzione di 8,6 milioni di euro all’anno annunciati recentemente. Il multilinguismo è una politica che necessità sostegno morale e risorse per essere realizzata. L’alternativa è la rassegnazione, l’alienazione e l’egemonia linguistica.

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